La storia
Fece parte di un grande convento benedettino del XVI sec. ed è uno dei preziosi esempi architettonici edificati secondo le regole di San Benedetto da Norcia presenti in diverse parti della Sardegna (Saccargia, Torres, Tergu, Bonarcado, Nora, S. Lorenzo, S. Saturnino) e fortunatamente giunti fino a noi. Gli originari abitanti de “La Fattoria” erano dei giovani monaci non sacerdoti denominati Conversi che, come detto, vivevano secondo i dettami che San Benedetto da Norcia indicò a Montecassino: “Ora et labora”; animavano questa fattoria, oltreché con la preghiera, con le fatiche materiali, dedicandosi all’arte ed alla cultura (con i preziosi codici miniati) così come all’agricoltura, alla pastorizia ed alla pesca. Ancor oggi, recandosi all’interno del prezioso manufatto, sembra quasi di cogliere gli echi dei passi e delle preghiere dei novizi.
Il convento, a causa di persecuzioni di movimenti anticlericali e massonici, fu abbandonato dai monaci e rischiò di andare in rovina. Grazie all’intervento conservativo avviato da Giovanni Battista Lobina, nonno e bisnonno degli attuali proprietari, che acquistò il complesso immobiliare nel XIX secolo per destinarlo inizialmente a magazzino di grandi botti di vino e, in genere, ad attività agro-pastorali, ancora oggi la città di Cagliari può offrire ai suoi ospiti la storica testimonianza di una laboriosa ed emblematica cultura monastica.
